Perche bisogna fare digiuno?
Per migliaia di anni si è ricorso al digiuno come terapia medica per favorire la disintossicazione e aiutare il corpo a riprendersi da qualsiasi problema di salute. Nell’antichità, tutti i popoli consideravano normale pratica del digiuno e tutte le religioni hanno proposto, o imposto, il digiuno come mezzo per raggiungere una migliore elevazione spirituale.
Il digiuno si può definire un atto volontario di astensione dal cibo per periodi di tempo variabili. Molte delle tecniche mediche più antiche sviluppatesi in tutto il mondo si basavano sul digiuno come strumento di guarigione e come mezzo per prevenire le malattie. Il padre della medicina occidentale, Ippocrate, scopri che il digiuno favoriva il rilassamento del corpo e, pertanto nei suoi iscritti ne esaltò l’incredibile potenziale curativo. Al termine del digiuno, chi lo ha praticato si attende di aver raggiunto un miglioramento delle sue condizioni psichiche e fisiche. Il digiuno è quindi una scelta consapevole e “positiva”.
Per elevare lo spirito
Nell’antichità, tutti popoli consideravano normale la pratica del digiuno e tutti religioni hanno proposto, o imposto, il digiuno come mezzo per raggiungere una migliore elevazione spirituale.
Digiuni rituali venivano praticati per rendere onore alle divinità, per favorire la buona sorte e l’intervento delle forze sovrannaturale a proprio favore prima di una importante impresa o, anche, per evitare disgrazie ritenuti probabili. Digiunava Pitagora (vissuto nel VI secolo a.C.), ricordato oggi quasi solamente per la “tavola” e i “teoremi” che da lui prendono il nome, ma che in realtà fu – oltre che valente matematico – anche un importantissimo filosofo, fondatore di una scuola nella quale le abitudini alimentari 8 estremamente parche e vegetariane) avevano un ruolo importante.
Anche la religione cristiana prevedeva fin dalle origini che la pratica del digiuno fosse utilizzata, per esempio, per scacciare una presenza diabolica – imitando in questo proprio il Cristo, che digiunò nel deserto per quaranta giorni – o per prepararsi adeguatamente per festività pasquali.
E se non ci può essere dubbio che in questi contesti il digiuno assumeva caratteristiche prevalentemente penitenziali e simboliche, è pur sempre vero che chi aderiva a questi prescrizioni – rinunciando quindi a molte cattive abitudini e adottando uno stile alimentare più semplice e frugale – ne ricavava sicuri vantaggi per la propria salute.
Una potente disintossicazione
La principale conseguenza del digiuno è l’attivazione di una energia disintossicazione dell’organismo. Ciò significa che, digiunando, si favorisce l’eliminazione di sostanze tossiche dal corpo. Questa “pulizia” viene resa possibile dalla grande disponibilità di energia che durante digiuno può essere indirizzata proprio alla realizzazione del processo depurativo, non essendo l’organismo impegnato nell’oneroso lavoro digestivo. Proprio in questo senso vanno interpretate molte sensazioni spiacevoli che subentrano nei primi giorni di digiuno; stanchezza estrema, mal di testa, nausee, palpitazione cardiache, vertigini, dolori articolari, disturbi visivi, sudorazioni anomale, episodi di diarrea, alito cattivo, crisi emorroidarie e altre situazioni a volte estremamente fastidiose e disturbanti sono evidentemente provocate dal passaggio nel sangue e attraverso tutti gli organi del corpo delle tossine in via di eliminazione.
Per tossine si intende qui qualcosa di molto concreto. Non solamente, quindi, molecole estranee e dannose che interferiscono con i processi metabolici, ma anche veri e propri “corpi estranei” rappresentati da fibromi uterini, ciste sebacee e verruche. Questi tessuti patologici vengono per primi utilizzati (e quindi eliminati) dall’organismo, che li impiega per far fronte alle sue necessità.
In questo processo di vera e propria “autodigestione”, l’organismo applica una precedenza che, evidentemente, tiene conto dell’importanza dei diversi tessuti del corpo. Per prime, quindi, vengono le parti patologiche, e il grasso. E’ questa la soglia del digiuno terapeutico, che non deve essere mai sorpassata. Viene pio interessata la muscolatura, la pelle e solo per ultimi – ma siamo qui, evidentemente, al limite della morte per consunzione – gli organi più nobili come il cuore e il midollo spinale.
Durata del digiuno
La durata di un digiuno di fatto dipende dallo stato di salute dell’individuo: quanto più si è sani, tanto più a lungo si può digiunare. Numerosi terapeuti raccomandano un digiuno della durata di due o tre giorni ad ogni cambio di stagione. Più comunemente, un digiuno a primavera è consigliato per depurare l’organismo dalle tossine accumulate durante la stagione invernale. Alcuni persone mettono in atto un digiuno preventivo una volta a settimana. Il digiuno più radicale è quello che prevede esclusivamente l’ingestione di acqua per un determinato lasso di tempo. E’ necessario consumare almeno 2,5 litri di acqua depurata al giorno.
Anche i digiuni a base di succhi sono diventati popolari. Non sono così impegnativi quanto quelli basati sul solo consumo di acqua perché gli zuccheri naturalmente presente nei succhi di verdura e di frutta prevengono l’insorgenza di chetosi. Tra i succhi più comuni vi sono il succo di carota, di limone, di mela, di barbabietola, di sedano e varie bevande a base di alimenti verdi, quali l’erba di grano, la spirulina, l’erba d’orzo e altri alimenti particolarmente ricchi di clorofilla. E’ consigliabile consumare circa 2 litri di succhi freschi al giorno. Questo tipo di digiuno è indicato per coloro che digiunano per la prima volta o per quanti non possono sottrarre tempo sufficiente ai propri impegni per attuare un digiuno più intenso.
Come iniziare
E’ importante iniziare e terminare il digiuno in modo corretto. Il modo migliore a cominciare a ridurre gradualmente la quantità di alimenti consumati tre giorni prima di digiunare. Inoltre, è consigliabile evitare cibi pesanti quali prodotti caseari e carni. Il giorno precedente il digiuno, la dieta dovrebbe essere composta da elementi facilmente digeribili, come insalate leggere, minestre di ortaggi freschi, frutta e tisana.
Terminare nel modo migliore
Il digiuno dovrebbe terminare in modo analogo ai giorni precedenti l’inizio. Si consiglia il passaggio ad alimenti leggeri per qualche giorno e poi introdurre gradualmente cibi più pesanti. E’ essenziale ricordarsi di continuare a bere molto acqua, in quanto il processo di disintossicazione sarà ancora in atto.
Sicurezza
Un digiuno che duri oltre due giorni deve essere supervisionato da un medico. Le persone con problemi di glicimia devono consultare un medico prima di iniziare qualsiasi tipo di digiuno, e tale regola vale anche per qualsiasi disturbo sistemico.
Durante il digiuno è essenziale concedersi molto riposo. L’esercizio fisico deve essere legero e le attività mentali poco impegnative. Nel complesso si raccomanda di scegliere il tipo di digiuno più adatto alle propri esigenze e al proprio stato di salute. Tale pratica costituisce realmente il modo più naturale di depurare e rigenerare il corpo.